La Storia

Della chiesa parrocchiale di S. Clemente la prima notizia storica si ritrova in un documento del giugno 1138, atto di donazione di terreni accanto alla parrocchia in località Pelleczanu. Eretta chiesa parrocchiale dal 1532 come grancia della badia di S. Pietro a Corte in Salerno, sarà alle dipendenze della stessa fino a fine ‘800. Nel XVIII secolo la chiesa parrocchiale è elevata a ricettizia e il parroco insignito del titolo di Primicerio Curato.

Molte le opere di pregio conservate nella chiesa di San Clemente, tra cui si menzionano: cupola affrescata con la vita e martirio di San Clemente ad opera del Landolfi; tre tele riguardanti San Clemente, la Madonna del Rosario e la Presentazione di Maria al Tempio, opera di Filippo Ceppaluni; pala d’altare olio su legno raffigurante l’ultima cena di autore ignoto; una tela raffigurante l’Adorazione dei Magi, anch’essa di manifattura ignota. Tra le numerose statue si ricordano le più importanti: Sant’Anna, San Clemente I e San Gioacchino, in legno e risalenti tra il ‘600 e il ‘700. Le suddette statue hanno subito numerosi interventi di restauro conservativo, di cui l’ultimo nel marzo del 1980. Particolare attenzione meritano i Santi Martiri compatroni, ovvero dodici Santi, primi martiri della chiesa di Roma, annoverati a protezione della Ricettizia di Pellezzano nei primi decenni del XVIII secolo. Le dodici statue, a mezzo busto il legno e cartapesta, sono reliquiari dei Santi: Donato, Biagio, Epimaco, Gordiano, Lucia, Agata, Agapito, Placida, Giustina, Barbara, Apolonnia, Celestino.

I Santi Martiri Compatroni vengono ricordati nel giorno della memoria liturgica dei Santi Gioacchino ed Anna, mentre San Clemente I viene festeggiato il 23 novembre come patrono dell’intero comune di Pellezzano. Nei giorni del novenario a Sant’Anna, tutte le statue vengono spostate dagli altri laterali presenti nelle navate, e intronizzate dietro l’altare maggiore per essere venerate in maniera solenne.

Il culto a Sant’Anna si sviluppa nel XVII secolo nella chiesa intitolata al papa e martire San Clemente I, secondo successore di Pietro sulla cattedra di Roma, grazie ai numerosi pellegrini che vi si recavano per venerare la Santa Protettrice delle partorienti, delle mamme e delle nonne. In concomitanza con la festa liturgica dei Santi Anna e Gioacchino, da tutta la Valle dell’Irno e da Salerno si viveva il pellegrinaggio a Sant’Anna di Pellezzano: schiere innumerevoli di pellegrini a notte inoltrata il 25 luglio si incamminavano, a piedi scalzi o in ginocchi, intonando canti alla “mamma de’ Maria” e recitando un antico rosario a Lei dedicata; questa forma di pellegrinaggio, seppur attenuata è conservata ancor’ oggi. Nella notte tra il 25 e il 26, tra il suono festoso delle campane e i canti festanti il tempio accoglie migliaia di pellegrini, che si susseguono per tutta la giornata del 26. Questa devozione viene accompagnata dalla cura delle anime, dalle numerose celebrazioni Eucaristiche e dai fedeli che si accostano a ricevere il sacramento della Rinconciliazione.

Culmine della Solennità è la domenica successiva, dove si vive la festa esterna: verso mezzogiorno circa – per antichissima tradizione legata alla numerosa presenza di pellegrini – le statue di San Clemente I, San Gioacchino e Sant’Anna attraverso le vie del paese in una processione partecipata, intensa e di penitenza, dato dal clima torrido delle ore più calde della giornata.

Alla Santa e ai Santi Martiri compatroni sono legate numerose richieste di grazie, e numerose guarigioni testimoniate dagli ex voto esposti in chiesa, e dalle tante testimonianze che il popolo pellezzanese, orgoglioso di essere custode di questo culto, con vera fede tramanda. Esempio vivo e mirabile di questa devozione è la poesia di E.A. Mario poeta, compositore noto per “La canzone del Piave” e figlio di questa terra pellezzanese, che volle dedicare alla Vecchia Potente Anna, e che è pubblicata di seguito.

“SANT’ANNA CAFONA”

Voglio bene a Sant’Anna ‘e Pellezzano,
pecchè me pare ‘a nonna ‘e stu paese,
na bella nonna affabile e curtese,
ca cerca sempre informe a ‘o parrucchiano;
cerca informe ‘e chi sta tanto luntano,
‘e chi soffre, ‘e chi maje nun vede cchiese…..
Capace ‘e se scurdà tutte ll’offese,
a chi male lle fa ll’aira ‘ mano…
E i’ mme ricordo ‘e na mala carnetta;
murette acciso: ‘a morte ‘e chi se danna
purtanno a ll’atu munno odio e vendetta….
Smalediceva a chi ll’aveva acciso;
ma ‘npunto ‘e morte supiraje: “Sant’Anna!!”
e pò spiraje facemmo ‘o pizzo a riso !